Ormai siamo disillusi e ci siamo convinti di essere come il mondo ci porta a credere: avidi, corrotti, falsi, bugiardi e opportunisti. Allora che senso ha protestare contro le ingiustizie del sistema, contro i politici corrotti, contro gli interessi capitalistici che hanno portato alla rovina la maggior parte della popolazione mondiale? Se la sorte ci avesse regalato un posto in tribuna d'onore in questo mondo allo sfascio, tutto sembra farci credere che lo avremmo accettato volentieri, che ci saremmo seduti su comode poltrone pregiate, godendoci in prima fila lo spettacolo di distruzione e miseria che ormai riguarda tutti noi. E quindi tutto si riduce al caos, alla sorte, all'accettazione passiva del proprio destino e dell'ordine costituito.
Di recente abbiamo rivisto un film molto significativo, Cloud Atlas. Un film che insegna a credere nelle potenzialità di ognuno di noi, nell'importanza di lottare per i propri ideali, per cambiare il mondo secondo la propria visione di libertà e uguaglianza.
Ci sarà sempre qualcuno che ci disincentiverà, dicendoci che esiste un ordine prestabilito in questo mondo, e coloro che cercano di combatterlo "non finiscono bene". E comunque nella migliore della ipotesi il loro contributo sarà paragonabile a una minuscola goccia nell'oceano. Ma citando uno dei protagonisti del film: "Cos'è un oceano, se non una moltitudine di gocce?"
Dobbiamo ritrovare la forza di lottare per ciò in cui crediamo. L'ordine prestabilito che ci circonda non è affatto immutabile, possiamo modificarlo con le nostre azioni quotidiane di coraggio, senza scendere a compromessi con un sistema che non ci rappresenta. Oggi non è più un rivoluzionario chi non considera una persona di colore come uno schiavo da soma. Oggi la tenace lotta per la giustizia e per la libertà di quei pionieri dell'uguaglianza è riuscita a radicarsi nel nostro attuale sistema di regole e convenzioni. Credendoci, hanno reso possibile il progresso dell'umanità.
Non dobbiamo avere paura delle conseguenze della nostra temerarietà, perchè non dobbiamo avere paura della morte. Cos'è la vita, se viene vissuta nella paura di un evento ineluttabile, una paura che impedisce azioni gloriose, giuste e rivoluzionarie? Cloud Atlas ci insegna che la morte è solo una porta che si apre su una nuova vita, nella quale si trasmettono i progressi fatti dalla nostra anima nelle vite passate, insieme a quelle forze che non cessano mai di esistere, e ci accompagnano nel nostro percorso di crescita, primo fra tutti l'amore. L'amore rende possibile il risveglio dal torpore della mediocrità, la sete di consapevolezza di sè e di miglioramento interiore, il desiderio di aiutare gli altri e di combattere per gli ideali che tutti quanti possiamo ritrovare dentro di noi, più o meno sopiti, di libertà, uguaglianza, giustizia, pace e armonia tra gli esseri viventi.
la passione e la convinzione delle proprie idee sono il motore della vita e l'utopia deve essere la stella che ci guida.
RispondiEliminaIl contenuto di questo articolo le sento ancora più toccante perchè frutto delle riflessioni di voi due ragazzi, giovani e pieni di entusiasmo. Concordo sul come vedete le cose, anche se questa posizione non è sicuramente la più facile o comoda nei confronti del mondo che ci ospita nel nostro breve passaggio. Ma ciascuno di noi lascia un segno, facciamo in modo che esso sia positivo per coloro che verranno dopo di noi.
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