Pagine

sabato 15 marzo 2014

Fermiamo il Trattato Transatlantico!

Sapete cos'è il TTIP, ovvero il Trattato Transatlantico? Probabilmente no, dato che i media italiani amano distrarci con il teatrino politico nazionale mentre decisioni fondamentali, che condizioneranno la vita di centinaia di milioni di persone, vengono prese sopra le nostre teste nel silenzio più totale. Solo recentemente, quando ormai l'argomento è talmente dibattuto che non si può più far finta di ignorarlo, sulle cosiddette fonti di informazione ufficiale è cominciato a sbucare qualche articolo come questo e questo.

Proviamo a fare il punto. Commissione Europea e Stati Uniti hanno iniziato le trattative a partire dall'estate 2013, e l'accordo dovrebbe essere raggiunto entro la fine del 2014. L'obiettivo è sempre lo stesso: creare un mercato unico, ampio e, soprattutto, libero. Il Trattato Transatlantico mira infatti ad abolire i dazi doganali e ad uniformare i regolamenti di Europa e Nord America, in modo da non avere più alcun ostacolo alla libera circolazione di merci, servizi e capitali tra i due continenti. 

Un accordo simile è stato raggiunto tra Messico, Stati Uniti e Canada, e nonostante questo abbia già causato la perdita di un milione di posti di lavoro e l'erosione costante dei salari, il Trattato Transatlantico viene presentato dai suoi sostenitori come una misura atta a promuovere l'occupazione europea e statunitense. Ma non è la perdita di posti di lavoro l'aspetto più preoccupante del TTIP, d'altronde le politiche liberiste che caratterizzano l'integrazione europea ormai da decenni ci hanno già abituati a risultati di questo tipo. 

Ciò che spaventa di più del TTIP è il modo in cui avverrà l'uniformazione delle regolamentazioni nazionali e sovranazionali, in quanto tale uniformazione, come sempre accade quando c'è di mezzo l'ideologia liberista, avverrà al ribasso. Quindi tra una norma che tutela maggiormente ambiente e cittadini, ed una che li tutela di meno, si sceglierà sempre la seconda. 

Considerando che negli Stati Uniti è possibile, per esempio, coltivare OGM e utilizzare ormoni nell'allevamento degli animali destinati all'alimentazione, non appena il Trattato Transatlantico verrà ratificato, nessuno Stato europeo potrà rifiutare che tali pratiche vengano svolte anche nel suo territorio. Stesso discorso vale per servizi essenziali come l'acqua, la sanità e l'istruzione, che in seguito a questi accordi saranno privatizzati e snaturati. E non è un segreto che le aziende statunitensi da tempo esercitino pressioni affinchè l'Europa abbassi i suoi standard sul lavoro e abbandoni il "principio di precauzione", che oggi ancora permette di reagire rapidamente di fronte a un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale, e per la protezione dell'ambiente. Infatti, nel caso in cui i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio, il ricorso a questo principio consente, ad esempio, di impedire la distribuzione dei prodotti che possano essere pericolosi o di ritirare tali prodotti dal mercato. Se il TTIP entrerà in vigore,  niente di tutto questo sarà più possibile.

Ma non c'è limite al peggio, quindi il TTIP prevede anche dei tribunali appositamente creati per arbitrare i litigi tra investitori e Stati, e dotati del potere di emettere sanzioni commerciali contro questi ultimi. In pratica, le multinazionali potranno denunciare a loro nome qualsiasi Paese firmatario la cui politica avrebbe un effetto restrittivo sui loro "futuri profitti sperati". In questo modo quindi le aziende potranno opporsi alle politiche sanitarie, di protezione dell’ambiente e di regolamentazione della finanza attivate in questo o quel Paese reclamando danni e interessi. 

In questo modo i tribunali nazionali, evidentemente troppo trasparenti, responsabili ed indipendenti, saranno sostituiti con un sistema corrotto, pieno di conflitti di interesse e poteri arbitrari, che opera a porte chiuse e non deve rendere conto a nessun elettorato. 

Se un simile accordo dovesse andare in porto, quel poco di democrazia che ci resta verrebbe immediatamente spazzato via. Ogni alternativa democratica verrebbe distrutta, in nome del libero mercato e dei massimi profitti. Qualsiasi politica non liberista sarebbe definitivamente messa fuori legge, e gli eletti in Parlamento non avrebbero più alcun margine di manovra. 

Ma siamo ancora in tempo per fermare questo annichilimento delle dignità e sovranità nazionali da parte della speculazione privata. Siamo ancora in tempo per difendere i nostri diritti fondamentali. Siamo ancora in tempo per dire no allo strapotere delle multinazionali. Informiamoci ed informiamo! Siamo ancora in tempo!

3 commenti:

  1. ci siamo lasciati trascinare in un baratro dove non sembra esserci fondo.. ed ora siamo chiamati a raddrizzare la storia. io mi sento un essere umano e in quanto tale sono pronto a riprendermi cio' che mi spetta.

    RispondiElimina
  2. ... l'unico mezzo è boicottare tutto ...

    RispondiElimina