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martedì 18 marzo 2014

L'ultima beffa di incoeRenzi: l'incontro con la Merkel

Come saprete, Matteo Renzi è stato il nostro sesto Presidente del Consiglio consecutivo ad incontrare la cancelliera tedesca Angela Merkel dal 2005.

A questo link trovate il video della conferenza stampa tenuta appena dopo l'incontro, ma prima di entrare nel merito riteniamo utile rispolverare alcune dichiarazioni dello stesso Renzi, in primis quella del 2 gennaio 2014, quando l'allora segretario del PD sosteneva spavaldamente: "Il tetto del rapporto deficit/Pil al 3% è evidente che si può sforare: si tratta di un vincolo anacronistico che risale a 20 anni fa”.

Non più tardi del 17 marzo mattina poi, quando lo separavano solo poche ore dal fatidico incontro con la Merkel, Renzi sembrava assolutamente deciso a battere i pugni sul tavolo, tanto da dichiarare ai microfoni del TG5: "Siamo l'Italia e se l'Italia fa l'Italia non deve avere paura di nessuno"; e ancora: "E' chiaro quello che l'Italia deve fare e lo farà, e questo Paese ha il diritto di dire che questa Europa deve cambiare. Non siamo gli alunni somari da mettere dietro la lavagna".

Insomma, per i più fiduciosi i presupposti erano buoni, e ci si aspettava un atteggiamento da parte del neo-premier che fosse per lo meno critico nei confronti della posizione di subalternità e sottomissione che ormai riveste il nostro Paese all'interno dell'Unione Europea, nonchè nei confronti di parametri arbitrariamente imposti, il cui rispetto ci costringe a sempre più drastici tagli del welfare, a privatizzazioni selvagge e alla svendita di importanti quote di aziende strategiche per il Paese, al solo scopo di "fare cassa".

Per non parlare poi dei nuovi vincoli derivanti dal Fiscal Compact (per i quali rimandiamo a questo articolo), trattato che ci costringerà, a partire dal prossimo anno, a racimolare ulteriori 50 miliardi di euro all'anno, per 20 anni. Come e dove non è dato saperlo, anche se il trend è chiaro: sempre più privatizzazioni, svendite e tagli alla spesa. Insomma, le famose riforme strutturali del "ce lo chiede l'Europa", che insieme alla progressiva precarizzazione del mercato del lavoro promessa da Renzi, hanno guadagnato l'approvazione della cancelliera, ci mancherebbe, che si è detta ovviamente soddisfatta dell'incontro con il premier italiano. 

Ai toni decisi e spavaldi del pre-partita infatti (per usare il gergo calcistico tanto caro all'ex sindaco di Firenze, che tra l'altro ha omaggiato la cancelliere tedesca con la maglietta di Mario Gomez) non si sono accompagnati i fatti, dato che Renzi si è preoccupato unicamente di rassicurare la Germania e l'Europa intera del rispetto dei parametri comunitari da parte del nostro Paese. 

Riportiamo di seguito un passaggio particolarmente significativo del discorso pronunciato da Renzi in conferenza stampa subito dopo l'incontro con la cancelliera tedesca: "Noi rispettiamo tutti i limiti che ci siamo dati, a partire dai limiti del Trattato di Maastricht. Quindi l'Italia NON chiede di sforare i limiti di Maastricht. L'Italia NON vuole cambiare le regole, dando il messaggio che le regole sono regole cattive, che vengono da qualcuno fuori da noi. Le regole ce le siamo date noi, insieme, e le regole sono importanti."

Non proprio quello che c'era da aspettarsi, non trovate? Ma d'altronde Renzi ci ha abituati alle sue incoeRenze, ormai non dovrebbero più stupirci. Come non dovrebbe stupirci il tanto propagandato futuro aumento di circa 80 euro in busta paga ai lavoratori dipendenti che percepiscono meno di 1500€ mensili, a partire, se va bene (perchè nessuno sa ancora esattamente da dove verranno presi i soldi), da maggio, proprio il mese delle Europee! Uno specchietto per le allodole, mentre sulle vere problematiche non si prospetta alcuna via d'uscita con il neo-premier. 

Sinceramente, vorreste farvi rappresentare in Europa da chi non prova nemmeno a rinegoziare quei parametri arbitrari che ci stanno strozzando? Da chi non vuole mettere in discussione il Fiscal Compact, con tutto quello che ne conseguirà per il nostro Paese già sull'orlo del baratro? Da chi ancora non ammette che l'euro è stato un terribile fallimento, un esperimento fatto a spese dei popoli mai consultati? Noi no.

Come ha efficacemente affermato l'economista Claudio Borghi, Renzi non è andato in Europa a sbattere i pugni sul tavolo, ma le ginocchia sul pavimento. L'Italia merita molto di meglio.

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