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sabato 17 maggio 2014

Un altro motivo per non fidarsi di Renzi

Facciamo un gioco, provate a indovinare chi ha pronunciato questo discorso:

"Io mi permetto di formulare anche qui a Bologna, di esprimere anche qui a Bologna una nota di ottimismo e di fiducia. Ciò che mi viene rimproverato, l'ottimismo e la fiducia, [...] e sono così convinto però che senza l'ottimismo e la fiducia, di fronte alle difficoltà della vita, non potremmo fare altro che difenderci, od arretrare, o rinunciare. Io invece ho fiducia nella possibilità di far sì che l'Italia accresca il suo ruolo, il suo prestigio e la sua influenza internazionale [...]. Fiducia nella possibilità di fare avanzare la nostra vita democratica attraverso revisioni, cambiamenti, trasformazioni [...]. Io ho fiducia nella possibilità di metterci definitivamente alle spalle gli anni della crisi economica, della insicurezza e della incertezza e di entrare in un periodo che possa durare a lungo di forte sviluppo del nostro paese."

Crediamo di sapere a chi state pensando: ha la "c" aspirata e crede di essere circondato da gufi? In effetti non c'è da stupirsi se vi è venuto in mente proprio lui, viste le inquietanti similitudini che anche noi abbiamo riscontrato, ma vi riveliamo che questo discorso politico risale al 3 novembre 1984, e fu pronunciato da Bettino Craxi. Sono passati quasi 30 anni, per cui nessuno ci accuserà di essere conservatori e gufi se facciamo notare che le belle, quanto vuote, parole pronunciate da Craxi si sono poi rivelate, appunto, totalmente astratte, un semplice mezzo di propaganda per attirare demagogicamente consensi.

Come ricorderete, Craxi all'inizio degli anni '90 fu coinvolto negli scandali di Tangentopoli. Subì infatti due condanne definitive per corruzione e finanziamento illecito al Partito Socialista Italiano, e morì in Tunisia, dove era scappato, mentre erano in corso altri quattro processi contro di lui. Il governo e il partito di Craxi erano stati sostenuti anche da Silvio Berlusconi, suo amico personale (oggi in "profonda sintonia" con il nostro Renzi).

Alcuni di noi ancora non erano nati nel lontano 1984, altri forse erano troppo giovani, ma chi ha vissuto intensamente quegli anni come può cadere nella rete del cosiddetto "nuovo che avanza"? Vogliamo ricordare che, tra le altre cose, Renzi ha già sulle spalle una condanna in primo grado della Corte dei Conti  per danno erariale, risalente al 2011, alla quale l'ex sindaco ha fatto ricorso in appello. Ma ovviamente televisioni e giornali non ne parlano, mentre la giustizia italiana fa, come al solito, il suo lungo corso. Insomma, il "nostro" premier, mai eletto, è stato condannato, in particolare (potete trovare maggiori informazioni in questo articolo), per assunzioni clientelari, per un danno di 2.155.000 euro e per aver speso circa 600mila euro di soldi pubblici in cinque anni tra viaggi, ristoranti, pasticcerie di lusso, regali e ospitalità (tanto per citare un esempio: la gita di Renzi negli Stati Uniti nei giorni in cui Obama fu eletto presidente è costata ben 70mila euro). 

Non proprio un modello di diligenza ed onestà, non trovate? E questo è solo il biglietto da visita! Per il resto, potete facilmente verificare come, giorno dopo giorno, Renzi stia smentendo ad una ad una tutte le promesse che ha fatto, a partire da quella, allora celebre ma oggi, apparentemente, dimenticata, della rottamazione delle vecchie cariatidi del suo partito (vi consigliamo di leggere questo articolo, in cui abbiamo intrapreso l'arduo compito di provare a riunire le promesse disattese del neo-premier).

Dove vogliamo arrivare? Vorremmo semplicemente che nessuno più si affidasse ciecamente alle promesse del politicante di turno, adagiandosi in un limbo di disinformazione e apatia. Il discorso di Craxi che abbiamo riportato all'inizio mostra chiaramente come gli astratti temi trattati per attrarre consenso siano rimasti gli stessi negli ultimi 30 anni, così come le belle parole per trasmetterli al meglio. Si passa da "ottimismo" e "fiducia", concetti che oggi sono i cavalli di battaglia di Renzi, ad una "incertezza" da lasciarci alle spalle che ci ricorda molto la "palude" renziana.

Dalla pagina facebook del premier, 16/05/2014: "Io non vi chiedo di avere fiducia in me, vi chiedo di avere fiducia in un noi, che è molto più grande di Matteo e degli altri candidati, vi chiedo di avere fiducia nell'Italia, il tempo più bello per l'Italia ancora non è arrivato."

Ci è richiesto, insomma, di fidarci ciecamente dei nostri rappresentanti, che sicuramente sapranno cosa è meglio per noi (siate ottimisti, suvvìa!), e sicuramente faranno ciò che hanno promesso, no? In realtà no, come ci hanno dimostrato prima Bettino Craxi negli anni '80, e poi anche Silvio Berlusconi negli ultimi 20 anni. Questi due signori a quanto pare hanno insegnato molto a Renzi in tema di promesse, e l'allievo ci sembra già sulla buona strada per superare i maestri.

E' arrivato il momento di allontanarci da questo modo apatico di vivere la politica e risvegliarci dal torpore di questa fiducia incondizionata che siamo disposti a donare, contro qualsiasi evidenza logica, spesso solo per abitudine o per paura di vivere un cambiamento che sia vero. E' ora di tornare ad essere protagonisti della nostra storia, cittadini informati, giudici dei nostri rappresentanti e del loro dovere, fino ad essere addirittura rappresentanti di noi stessi. La scelta è solo nostra.

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