Oggi su tutti i giornali si commenta con parole colme d'ira, di disprezzo e di incredule sgomento un evento successo non in giornata, ma un mese fa e balzato solo adesso agli "onori" della cronaca. Un piccolo ripasso per chi fosse riuscito, almeno fino ad ora, ad evitare il bombardamento mediatico sull'argomento: l'ex-comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, noto per aver abbandonato la nave durante il naufragio che è costato la vita a 32 persone, il 5 luglio ha partecipato ad una lezione nell'ambito di un master in scienze criminologiche all'Università La Sapienza di Roma. "Dovevo illustrare la gestione del controllo del panico. O meglio qual è la componente umana in situazioni del genere. D’altronde ho viaggiato in ogni mare del mondo. So come ci si comporta in casi del genere, come bisogna reagire quando ci sono equipaggi di etnie diverse", ha dichiarato Schettino, mentre sommozzatori e sub, lontani dal clima festoso ed entusiasta in cui Matteo Renzi qualche giorno fa ha festeggiato il recupero del relitto, sono impegnati nelle ricerche del corpo dell’ultimo disperso della Costa Concordia, il giovane cameriere indiano Russell Rebello.
Ma noi a questo punto abbiamo una domanda per tutti i giornalisti che hanno riportato la notizia sui quotidiani nazionali, oltre che per il ministro dell'istruzione Stefania Giannini, che ha definito l'intervento di Schettino alla Sapienza un fatto sconcertante: dove li nascondete il vostro sconcerto e la vostra indignazione sul Patto del Nazareno? Oggi Renzi e Berlusconi si sono incontrati per la terza volta (in veste istituzionale), per continuare insieme il percorso di definizione di temi come le riforme costituzionali e la legge elettorale, rigorosamente a porte chiuse e senza streaming, e non abbiamo visto molti articoli indignati del fatto che un pluripregiudicato stia mettendo le mani sulla nostra Costituzione e che, in barba alla decantata trasparenza di cui Renzi ama tessere le lodi, non esista al momento alcun atto scritto in cui sia possibile leggere per lo meno le linee guida del suddetto patto (motivo per cui il Movimento 5 stelle ha disposto un'interrogazione parlamentare rivolta allo stesso Renzi, a cui ancora non è stata data risposta).
Sul bollettino di Forza Italia del 23 luglio "Il Mattinale”, a firma di Renato Brunetta, veniva riportata una dichiarazione di Berlusconi il quale affermava: “non m’importa del Senato, accordo con Renzi è su Italicum e giustizia”. Certo, non fa una piega che un uomo con 4 processi in corso, una sentenza di condanna definitiva, 6 reati prescritti, 9 procedimenti archiviati, che ha goduto di 2 amnistie e 8 assoluzioni (trovate la sconcertante lista completa e dettagliata qui) riformi la giustizia e la Costituzione, a porte chiuse insieme ad un ex sindaco non eletto per fare il premier, senza nessun atto scritto che ci informi su cosa si stiano mettendo d'accordo. In questo clima, ovviamente non fa una piega nemmeno che le misure che si prospettano all'orizzonte puntino chiaramente verso una svolta autoritaria, in cui oltre a smantellare importanti articoli della Costituzione (come abbiamo analizzato qui), il fondamento stesso della nostra Repubblica, l'articolo 1, diventerà carta straccia priva di valore. Come potremo infatti continuare a sostenere che "La sovranità appartiene al popolo", quando avremo, tra le tante aberrazioni, una legge elettorale senza preferenze e con un premio di maggioranza spropositato, e un Senato non più elettivo, votati da un Parlamento dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale?
Il dramma si sta consumando sotto i nostri occhi, e mentre notiamo la palese assurdità di Schettino che, invitato all'Università La Sapienza, partecipa a un seminario sulla gestione del controllo del panico, non possiamo ignorare le gravissime quanto assurde vicende politiche di cui oggi siamo spettatori, troppo spesso passivi, lasciandole scorrere con un'alzata di spalle. Non è più tempo di affidarsi al leader carismatico di turno, non è più tempo di credere a chi chiacchiera che "la ripresa tarda ad arrivare, come l'estate". Dopo 20 anni di berlusconismo dovremmo aver capito che ciò di cui abbiamo bisogno non è lasciar fare al parlatore di turno, ma partecipare e decidere noi stessi del nostro futuro, come popolo sovrano. Per farlo dobbiamo essere informati ed informare, per tornare ad essere liberi dalle chiacchiere e dalle menzogne, liberi e consapevoli che non dobbiamo per forza aspettare di cadere nel baratro per poi piangerci addosso, possiamo decidere di cambiare rotta prima che succeda.
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