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sabato 19 aprile 2014

Tutta la verità sulle coperture per gli 80 euro


Il video qui sopra riporta la conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio da Matteo Renzi principalmente per spiegare le coperture individuate dal suo Governo per l'ormai celebre bonus di 80 euro promesso a 10 milioni di lavoratori. I primi minuti sono un susseguirsi di battute, risate e slogan. Il proseguo sarebbe ancora più divertente, se non fosse che c'è da piangere. Il decreto che include i "mitici 80 euro mensili", come li definisce Renzi, è illustrato per mezzo di 10 tweet, perchè non c'era stato il tempo di preparare le slides. In pochi mesi dai documenti ufficiali si è passati alle slides, dalle slides si è passati ai tweet, quindi viene da pensare che per il prossimo provvedimento Renzi cercherà di cavarsela con uno starnuto.

Innanzitutto il Presidente del Consiglio tiene a precisare che la scelta di non concedere alcuna agevolazione per gli incapienti, nonostante l'annuncio del Governo dell'8 aprile scorso, è stata dettata dalla necessità di mantenere le promesse originariamente fatte ai cittadini. Quindi se 10 milioni di italiani, quelli tra 8000€ e 26000€ annuali, potranno ricevere gli 80 euro in più in busta paga (chiaramente solo dopo le europee), le partite iva, i disoccupati, chi dichiara redditi inferiori agli 8000€ annuali, e quindi chi più avrebbe bisogno di ricevere un sostegno economico, viene lasciato a bocca asciutta.

Ma non siate "gufi", non sarete così "disfattisti" da pensare che ci sia dietro un calcolo meramente politico, che pizza! Semplicemente, dice Renzi,  "è prevalso in noi l'obbligo di mantenere l'impegno come condizione di credibilità di fronte ai cittadini. Avevamo detto 80 euro? Ebbene, che 80 euro abbiano da essere". D'altronde la coerenza e la credibilità sono i connotati caratterizzanti l'intero governo Renzi, o no? Mmm... in realtà, leggendo questo articolo, la risposta è un secco NO.

Comunque, fatta questa dovuta premessa, Renzi inizia finalmente ad illustrare i suoi tweet, che potete leggere cliccando qui. Da #byebyeautoblu a #ognipromessae'debito gli slogan, come al solito, non mancano. Ma vediamo, nello specifico, dove Renzi dice che troverà i 7 miliardi necessari a finanziare la sua manovra per aggiungere 80 euro nella busta paga di 10 milioni di lavoratori nel 2014.

1,8 miliardi arriveranno dalle banche attraverso l'aumento al 26% della tassazione sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia. Ma questo primo punto, che è tra i più sbandierati, merita di essere analizzato più attentamente. In pratica il governo prima ha regalato alle banche private 7,5 miliardi di euro di soldi pubblici (le riserve della Banca d'Italia non sono di proprietà delle banche private) e poi si vanta di averne recuperato il 26% attraverso le tasse. Innanzitutto sarebbe bastato destinare l'intero ammontare di 7,5 miliardi di euro, piuttosto che versarlo nelle casse di banche private, direttamente ai cittadini e non si sarebbe posto alcun problema di Spending Review, ma non è tutto. L'aspetto più inquietante di questa operazione sta proprio nel rischio di spostare implicitamente la proprietà giuridica delle riserve della Banca d'Italia, che ammontano ad oltre 115 miliardi di euro tra riserva aurea e riserve statutarie, agli istituti di credito privati (ne abbiamo parlato più approfonditamente in questo articolo sul decreto Imu-Bankitalia). Si tratta quindi di un provvedimento ipocrita, ma soprattutto pericoloso.

Ben 2,1 miliardi deriveranno dalla razionalizzazione dagli acquisti di beni e servizi, che obbligherà enti locali, regioni e ministeri ad effettuare tagli "intelligenti" entro 60 giorni pena lo scatto di tagli lineari. A tal riguardo, nonostante Renzi prometta spavaldamente di offrire una pizza a chiunque troverà la parola "sanità" tra i tagli del provvedimento, non può non considerarsi il fatto che in realtà la voce di spesa principale tra quelle relative all'acquisto di beni e servizi da parte di enti locali e regioni è proprio quella del settore sanitario. E poi, riguardo questa voce, non possiamo non parlare del taglio alla spesa per l'acquisto dei tanto criticati F35. Beh, questo è l'emblema della politica renziana, in perenne equilibrio tra il simbolico e la presa per il culo. Per chi non lo sapesse infatti, oltre a non aiutare ai fini delle coperture, 150 milioni sono nulla rispetto al complessivo ammontare destinato all'acquisto di 90 caccia F35. Si tratta di qualcosa come 50 miliardi di euro, circa 7 volte la somma che il governo Renzi sta faticosamente tentando di racimolare con l'intera Spending Review.

1 miliardo di euro proverrà poi dai tagli sugli incentivi alle imprese e sulle agevolazioni fiscali al settore agricolo. Inutile dire che si tratta di misure che certo non renderanno più facile la vita alle imprese italiane, che già sono messe in ginocchio dalla crisi e continuano a chiudere a migliaia ogni giorno.

900 milioni perverrano dalle misure che Renzi ha battezzato della "sobrietà delle spese". Tra queste, i provvedimenti più pubblicizzati dalla stampa sono stati quelli relativi al tetto fissato per gli stipendi dei dirigenti pubblici e il limite massimo di 5 auto blu per ministero. La seconda è totalmente irrilevante ai fini delle coperture e può essere considerata, al massimo, uno spot elettorale. La prima invece merita di essere approfondita perchè nasconde diverse insidie. In primo luogo va precisato che un provvedimento del genere non ha nulla a che fare con la giustizia sociale, in quanto se si fosse voluto realizzare davvero questo obiettivo si sarebbero dovuti colpire sia il pubblico che il privato, e non solo il primo, come abbiamo spiegato più dettagliatamente in questo articolo. Evidentemente invece, considerando che tra l'altro i risparmi saranno esigui anche in questo caso, il vero obiettivo è quello di mettere in ginocchio il pubblico, per poi dire che i privati sono più bravi, efficienti e meritevoli. E' chiaro infatti che i benefici che si otterranno dal risparmio sugli stipendi non compenseranno nemmeno lontanamente i costi derivanti dalla migrazione dei migliori manager pubblici verso il settore privato. Ciò infatti distruggerà quel poco di pubblico che ancora funziona in Italia e servirà un ennesimo assist a chi predica la privatizzazione di tutto ciò che è privatizzabile.

Per il resto si prevede di recuperare 600 milioni dall'aumento del gettito IVA, 300 milioni dalla lotta all'evasione e il restante da altre voci minori. Ma a questo punto non possiamo che ricordare il maxi condono concesso alle multinazionali del gioco d'azzardo, che si sono viste abbuonare un'evasione di ben 98 miliardi di euro. L'equivalente di 14 Spending Review, altro che 80 euro.

Ecco quindi chi finanzierà il voto di scambio tra PD e 10 milioni di lavoratori: la spesa pubblica (anche sanitaria) e quelle imprese che non sono abbastanza potenti da poter ottenere maxi condoni o aiuti di Stato come quelli ottenuti dalle banche tramite la rivalutazione delle quote di Bankitalia. E il tutto sapientemente condito da perfetti provvedimenti spot come la riduzione delle auto blu e i tagli sugli F35.

A tutto ciò si aggiunga che le coperture sono state individuate unicamente per il 2014, quindi nonostante Renzi affermi che non si tratta di un provvedimento una tantum, ne ha tutto l'aspetto. E questo non solo perchè per confermare gli 80 euro anche l'anno prossimo sarà necessario trovare ulteriori coperture per ben 14 miliardi di euro attraverso la legge di Stabilità, ma anche e soprattutto perchè il suo governo ha recentemente ribadito all'UE la propria intenzione di tendere al pareggio di bilancio. Quindi altre risorse da reperire, che vanno poi sommate a quelle necessarie per rispettare il Fiscal Compact, ulteriore trattato europeo che Renzi ha assolutamente intenzione di rispettare (se non sai di cosa si tratta leggi questo articolo!).

E secondo voi, tra il rispettare la promessa fatta agli italiani di rendere strutturale la concessione del bonus ai lavoratori e rispettare le promesse fatte ai pezzi grossi di Bruxelles, quale deciderà di rispettare Renzi? Considerando che non sono previste elezioni politiche dalle europee di maggio fino al 2018 noi un'idea ce l'avremmo.


1 commento:

  1. Sicuramente dopo le elezioni saranno augelli amari per gli italiani! Ma non sia mai che imparino qualcosa...

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