Finalmente abbiamo tra le mani il documento che descrive la nuova agenda politica dell'Unione Europea per i prossimi 5 anni. In seguito alla schiacciante vittoria di Renzi alle ultime europee, e in considerazione delle sue promesse di cambiamento radicale "anche" a Bruxelles, ci si aspetterebbe un documento rivoluzionario. Andiamo quindi a vedere quali sono stati i risultati ottenuti dal nostro governo, di cui Renzi si dice già estremamente soddisfatto.
Ovviamente, data la recessione sempre più marcata e le grandi proteste contro l'austerità europea, era sulle questioni economiche che si concentravano le speranze di rinnovamento dei più. Leggendo il primo punto della sezione "Crescita, competitività e lavoro" però, dobbiamo subito ridimensionare le nostre aspettative. Il Consiglio europeo esordisce affermando: "I segnali recenti di ripresa economica sono incoraggianti e dimostrano che gli sforzi comuni degli Stati membri e delle istituzioni dell'UE stanno dando frutti." Insomma, chi si aspettava un dietro-front da parte dei vertici UE in seguito al boom degli euroscettici alle ultime europee è meglio che si metta l'anima in pace, perchè secondo il Consiglio europeo l'austerità sta dando "frutti" e bisogna incrementare gli sforzi in questo senso. Poco importa se perfino la Banca d'Inghilterra è arrivata a denunciare la dannosità, oltre che l'inutilità, delle politiche di austerity, come vi avevamo raccontato in questo articolo.
Proseguendo nella lettura del documento, il Consiglio europeo ci dà nuovamente conferma della volontà di proseguire imperterrito per la sua strada: "Occorre prestare particolare attenzione a riforme strutturali che potenzino la crescita e migliorino la sostenibilità di bilancio [..] sfruttando al meglio, nel contempo, la flessibilità insita nelle norme esistenti del patto di stabilità e crescita." Quindi non solo in cambio delle "riforme strutturali" non vi è alcuna concessione dal punto di vista della flessibilità, che resta quella prevista dalle norme vigenti (il solito limite massimo del 3% del deficit pubblico sul PIL), ma all'espressione "pieno uso della flessibilità" utilizzata nelle prime bozze del documento, si è sostituito il "buon uso della flessibilità" nelle bozze seguenti, per giungere infine al "miglior uso della flessibilità" che viene raccomandato in questa versione definitiva dell'agenda UE. Una grande sconfitta per il governo Renzi, che aveva basato tutta la sua campagna elettorale pre-europee (80 euro a parte) sulla necessità di maggiore flessibilità da parte di Bruxelles.
Ma non è finita qui. Di seguito si legge: "Il Consiglio europeo ha approvato, in linea generale, le raccomandazioni specifiche per paese." Vi ricordate le raccomandazioni inviate dalla Commissione Europea all'Italia lo scorso 2 giugno? Vi consigliamo caldamente di leggere questo articolo in cui ne avevamo descritti i punti fondamentali, perchè ora è ufficialmente il nostro futuro. Lo avete letto? Bene, allora possiamo passare direttamente a descrivere l'unica variazione apportata dal Consiglio al testo elaborato dalla Commissione. Quest'ultima aveva chiesto all'Italia: "Nel 2015 [bisogna, ndr] rafforzare in modo significativo la strategia di bilancio per garantire le esigenze di riduzione del debito". Il testo approvato dal Consiglio invece recita ora: "Nel 2015 [...] il Consiglio raccomanda all'Italia di garantire le esigenze di riduzione del debito e così raggiungere l'obiettivo di medio termine (il pareggio di bilancio strutturale, ndr)". Non solo. Si chiede anche di "assicurare il progresso" verso il pareggio di bilancio già nel 2014 (trovate le raccomandazioni approvate dal Consiglio qui). In pratica, mentre la Commissione aveva concesso all'Italia la possibilità di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2016, il Consiglio ha provveduto a negare anche questa "concessione", prevedendo inoltre che già nel 2014 si inizi a tendere verso questo obiettivo. Altro che "pieno uso della flessibilità". Secondo Repubblica questo scherzetto ci costerà circa 25 miliardi nella Legge di Stabilità di ottobre. Una cifra molto vicina a quei 30 miliardi che dovevamo racimolare con le manovre "lacrime e sangue" di Mario Monti, quelle dell'Imu, dell'aumento di due punti dell'Iva, dell'aumento generalizzato dell'età pensionabile e così via.
Infine, per completezza, dobbiamo riportare che anche nella nuova agenda elaborata dal Consiglio si parla del TTIP come un obiettivo da raggiungere entro il 2015. Molti di voi sapranno già di cosa si tratta, ma per chi non lo sapesse il TTIP è un accordo di libero scambio tra USA e UE estremamente pericoloso per i popoli europei, dato che determinerà uno strapotere delle multinazionali sugli Stati e un serio rischio per la salute e la sicurezza di tutti. Ancora una volta vi consigliamo la lettura di questo articolo per capire meglio di cosa si tratta.
Alla luce di quanto detto finora viene dunque difficile comprendere i motivi per cui il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per gli Affari europei Sandro Gozi (PD) abbia rilasciato a Reuters la seguente dichiarazione: "Siamo molto contenti sulla parte economica. Per noi si tratta di un documento molto buono." Evidentemente i nostri governanti ci hanno abbandonati già da un pezzo, come ipotizzavamo in questo articolo, e il fatto che perfino il Presidente del Consiglio abbia avallato un documento tanto deleterio per l'Italia è tutto dire. 11 milioni di italiani avevano votato per avere più forza in Europa, ma si sono ritrovati di nuovo dietro alla lavagna. Si era deciso per una strada diversa a quella dell'austerità, ma abbiamo ottenuto solo nuovi vincoli. Insomma, "tutto cambia affinchè nulla cambi", come scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
E' arrivato il momento di aprire gli occhi, di rendersi conto che chi decide il nostro destino ha le idee molto chiare in proposito, e che solitamente queste sono diametralmente opposte rispetto a quelle che vanno invece a professare nei salotti televisivi. Concentriamoci più sui fatti e i dati concreti e meno sugli slogan e i facili annunci, dobbiamo tornare a ragionare con la nostra testa.