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lunedì 27 gennaio 2014

Difendiamo la Costituzione!

"Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. 
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività."

Quello sopra citato è l'articolo numero 53 della nostra Costituzione. L'intento dei costituenti appare chiaro: proteggere e tutelare noi pesci piccoli. Lo Stato non può chiederci più tasse di quanto, ragionevolmente, è in nostro potere dargli, ed è giusto che chi ha di più contribuisca maggiormente alla spesa pubblica.

Però poi ci imbattiamo in articoli di giornale come questo e questo, e osserviamo che le piccole e medie imprese sono sottoposte a una pressione fiscale del 68%, mentre un impiegato medio a una pressione del 47%. In pratica un imprenditore medio-piccolo dovrà lavorare fino al 5 settembre solo per pagare le tasse, mentre un normale impiegato, beato lui, "solo" fino al 22 giugno. Ma non ci staranno chiedendo un po' troppo? Articoli come questo ci fanno pensare di sì.

Del resto, viviamo in un periodo di crisi e sacrifici per il nostro Paese e per l'intera Europa, come continua a ripeterci una certa politica. Ma se sforzi così grandi sono richiesti a noi comuni cittadini, osate immaginare a cosa vanno incontro multinazionali e grandi finanzieri, in nome della progressività delle imposte? Ve lo diciamo noi, vanno incontro a questo e a questo.  

Le grandi società del gioco d'azzardo hanno evaso al fisco circa 98 miliardi di euro, ma sono state condannate a pagare appena 800 milioni di euro, poi ridotti ulteriormente a 600 milioni, e ad oggi nessuno sa se si degneranno di pagare almeno queste briciole. In quanto alle rendite finanziarie invece il Governo sta usando il pugno di ferro, vuole addirittura aumentare la tassazione dal 20 al 22%... Insomma, un grande speculatore finanziario è soggetto, in ogni caso, ad una pressione fiscale pari a circa 1/3 di quella a cui è sottoposto un semplice artigiano.

I nostri diritti costituzionali vengono continuamente violati da chi siede al Governo di questo Paese. Dobbiamo smetterla di considerare normale un sistema che assolutamente non lo è. Senza consapevolezza non può esserci rivoluzione.

2 commenti:

  1. Condivido in pieno quanto ho letto. Ottimo chiaro e dal tono pacato e rispettoso però io mi sono stancata di commenti educati. Ho in me un senso di rabbia ed un desiderio di rivolta materiale per cui non mi vergogno di dire "basta con le chiacchiere ci vuole il bastone e farli correre" Diversamente non si risolverà niente ed andremo sempre peggio. Occorre una pulizia generale (come mi dice la stufa a pellets)

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    1. Capiamo perfettamente, però crediamo che finchè la maggior parte della gente continuerà a considerare come oro colato tutto ciò che proviene dall'informazione ufficiale, una rivolta sarebbe inutile. L'abbiamo visto con la protesta del 9 dicembre, che non appena è stata arginata dai media è stata dimenticata dall'opinione pubblica, che tra l'altro era prevalentemente contraria alla protesta stessa. Noi crediamo che prima di tutto ognuno di noi deve dare il proprio contributo per far capire agli scettici le vere problematiche che affliggono il nostro Paese, per poi lottare tutti insieme contro questo sistema malato. Collaboriamo tutti quanti a questo obiettivo e molto presto arriverà il tempo di scendere in piazza, finalmente consapevoli delle ingiustizie e tutti uniti nel combatterle.

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