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mercoledì 15 gennaio 2014

La verità sul "Fiscal Compact"

Ora che il fallimento delle regole di austerity è sotto gli occhi di tutti (clicca qui per leggere il post in cui ne argomentiamo i motivi), sarebbe logico aspettarsi un pronto cambiamento di rotta nelle politiche economiche dei tecnocrati di Bruxelles, ma così sarebbe troppo facile, quasi banale. Loro vogliono sorprenderci ogni giorno di più!

I nostri parlamentari, il 19 luglio del 2012, hanno ratificato il "Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell'Unione Europea", meglio conosciuto come "Fiscal compact". 

Se prima i parametri potevano sembrare esageratamente rigidi e vincolanti, andiamo a vedere cosa ci aspetta:
  • il rapporto di disavanzo sul PIL sarà fissato non più al 3% come nella situazione precedente, ma allo 0,5%;
  • il rapporto debito pubblico/PIL rimarrà al 60%, ma si è aggiunto un meccanismo di rientro che prevede la riduzione del debito in eccesso al ritmo medio di 1/20 annuo (in pratica dovremo racimolare 40-50 miliardi di euro all'anno per i prossimi 20 anni);
  • introduzione del MES, meglio noto come Fondo salva-Stati, istituito al fine di fornire eventuali aiuti a quei Paesi dell'area euro che si verranno a trovare in condizioni di emergenza economica. 
Tralasciando la follia dei nuovi parametri, che inaspriranno enormemente le regole di austerità a cui siamo già sottoposti, concentriamo l'attenzione sul MES. Tale fondo si finanzierà in due modi:
  • tramite una quota conferita da ogni Stato aderente all'euro in base al proprio PIL (per l'Italia la quota da conferire è di 125 miliardi di euro);
  • tramite le sanzioni imposte dalla Corte di Giustizia agli Stati aderenti all'euro che non rispetteranno i nuovi parametri di cui sopra.
Sembrerebbe naturale pensare che questo fondo, costituito appositamente per fornire aiuti finanziari agli Stati bisognosi dell'area euro, devolva gratuitamente gli aiuti, ispirandosi a un principio di solidarietà. "Aiuto" vuol dire questo, no?

Forse no, ecco come funziona veramente: se uno Stato in situazione di emergenza si vedrà costretto a bussare alla porta del MES, su ogni centesimo di "aiuti" che riceverà dovrà restituirne anche gli interessi. Questi non sono aiuti, si chiamano prestiti!

In pratica dobbiamo versare 125 miliardi di euro in questo fondo solo per poi farceli riprestare a un tasso di interesse, fisso o variabile, in caso di bisogno. 

Ma tra i nostri politici c'è addirittura chi si dice orgoglioso di aver ratificato il "Fiscal Compact" e tutto ciò che ne deriverà per la nostra economia. Se non ci credete guardate questo video, tratto dalla seduta parlamentare di questa mattina.


Ignoranza o malafede?


1 commento:

  1. ma cosa dobbiamo commentare, Gesù avrebbe detto:" perdonali perchè non sanno cosa fanno", mi sembra l'unica soluzione, l'altra sarebbe fucilarli.




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