Oggi, in occasione dell'Assemblea ordinaria dei Partecipanti al capitale, la Banca d'Italia ha emesso la consueta Relazione Annuale di fine maggio. In tale documento è contenuta un'ampia analisi dei principali sviluppi dell'economia italiana e internazionale nell'anno precedente e nei primi mesi di quello in corso, oltre ad altri dati circa la gestione e il bilancio della stessa Banca d'Italia (a questo link trovate l'intero report).
Il primo dato che emerge è che mentre nel 2013 tutte le principali economie mondiali, da quella statunitense a quella giapponese, hanno registrato una sensibile crescita del PIL, l'economia nell'area euro si è addirittura contratta dello 0,4%. La spiegazione è subito servita: se negli USA e in Giappone la domanda interna, negli ultimi 3 anni, è stata costantemente in rialzo grazie a politiche monetarie espansive, nell'area euro l'austerity ha letteralmente devastato i consumi interni (-1,1% nel 2013). Fin qui, comunque, niente di nuovo. Abbiamo ripetuto già fino allo sfinimento in questo blog che l'austerità, che ricordiamo a tutti consiste in tagli alla spesa pubblica e aumento della pressione fiscale, non fa altro che prelevare risorse dai cittadini per trasferirle al settore finanziario. Se strangoli i cittadini, ovviamente, i consumi scendono, le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta, ecc... E il tutto mentre banchieri e tecnocrati ci rassicurano che ormai la crisi è al capolinea. Certo, come no.
Però in tutto questo c'è un "lato positivo", come sottolinea la stessa Banca d'Italia. Se fai fatica ad arrivare alla terza settimana del mese, o meglio ancora se non hai neppure un reddito, non ti puoi più permettere di comprare un I-Phone all'anno, nè di cambiare PC o di andare in vacanza in luoghi esotici. In altre parole, crollano le importazioni. Questo da un lato fa sì che la bilancia dei pagamenti (differenza tra esportazioni e importazioni) dei Paesi dell'area euro resti positiva, ma dall'altro lato mette in ridicolo chiunque affermi che uscire dall'euro sarebbe una catastrofe perchè poi importare ci costerebbe molto di più. E' ora che qualcuno spieghi a questi economisti da talk show che le tragedie di cui ci minacciano, come rivela anche la stessa Banca d'Italia, si stanno già consumando sotto i nostri occhi. Anzi, non solo l'euro e l'austerità, rendendoci sempre più poveri, fanno crollare le importazioni, ma c'è anche un ulteriore fattore aggravante: il crollo dei consumi, con l'euro, come abbiamo visto sopra, riguarda anche i prodotti nazionali.
Qualche riga, nel report, è poi dedicata anche a 2 trattati europei di nostra conoscenza: il TTIP e il Fiscal Compact. Si fa fatica a stabilire quale sia il più inquietante tra i due, comunque se non sapete di cosa si tratta potete farvene un'idea leggendo questo post in cui parlavamo del TTIP e questo in cui parlavamo del Fiscal Compact.
Ma ecco che finalmente veniamo ai dati sull'economia italiana per il 2013. Qui abbiamo ancor meno ragioni di star sereni, sembra di leggere un bollettino di guerra: la spesa delle famiglie si è contratta del 2,6%, il reddito reale disponibile delle famiglie è sceso dell'1,1%, gli investimenti si sono contratti del 4,7%, le esportazioni sono ristagnanti (+0,1%), le importazioni si sono ridotte del 2,8%, la produzione industriale è scesa del 3,2%, il numero di occupati si è ridotto del 2,1% e, dulcis in fundo, il PIL è calato dell'1,9%. Per farsi un'idea della gravità di questi dati basti pensare che sono state circa 111.000 le chiusure aziendali nel 2013 e ben 370.000 i nuovi disoccupati. E tutto questo mentre il rapporto Debito pubblico/PIL passava dal 127 al 132,6%.
Vi abbiamo spaventati? Dai, tranquilli, questo è il passato! Ora è arrivato lui, Matteo il matador, a tirarci fuori dal baratro in cui siamo precipitati. Basta austerity, basta vincoli, ora restituiremo i soldi agli italiani! Lo ha detto lui, no? Ma certo, altrimenti perchè oltre 11 milioni di nostri concittadini lo avrebbero votato appena qualche giorno fa? Sì, deve essere così. Deve per forza essere così. Ma allora perchè la Banca d'Italia nel suo report ci dice che nel DEF di aprile il governo Renzi si è impegnato a ridurre l'indebitamento netto dal 3% del 2013 al 2,6% per il 2014, appesantendo ulteriormente l'austerità lettiana? E non è finita qui! Il governo Renzi ha messo nero su bianco anche l'obiettivo di ridurre ulteriormente l'indebitamento all'1,8% nel 2015 e di giungere addirittura al pareggio di bilancio nel 2016!
E gli 80 euro? Quelli almeno ce li darà veramente, no? No! Altro che bonus strutturale, dal decreto risulta che il bonus è concesso unicamente per il 2014. Inoltre le coperture sono per il 70% di carattere temporaneo, questo vuol dire che bisognerebbe trovarne di nuove per rifinanziare la manovra anche per il 2015. Ma se già dobbiamo ridurre la spesa fino al pareggio di bilancio dove li troviamo questi soldi? E poi c'è anche il Fiscal Compact, Renzi lo vuole rispettare, come facciamo? Bene, a questo punto è chiaro che ci siamo fatti fregare un'altra volta. Altro che restituire i soldi agli italiani, entro il 2018 saremo tutti in fila alla Caritas.
E gli 80 euro? Quelli almeno ce li darà veramente, no? No! Altro che bonus strutturale, dal decreto risulta che il bonus è concesso unicamente per il 2014. Inoltre le coperture sono per il 70% di carattere temporaneo, questo vuol dire che bisognerebbe trovarne di nuove per rifinanziare la manovra anche per il 2015. Ma se già dobbiamo ridurre la spesa fino al pareggio di bilancio dove li troviamo questi soldi? E poi c'è anche il Fiscal Compact, Renzi lo vuole rispettare, come facciamo? Bene, a questo punto è chiaro che ci siamo fatti fregare un'altra volta. Altro che restituire i soldi agli italiani, entro il 2018 saremo tutti in fila alla Caritas.