Dopo questa dichiarazione dell'eurodeputata tedesca Ska Keller, che a Ballarò spiegava come l'euro effettivamente avvantaggi le esportazioni tedesche ai danni di quelle degli altri partners europei, ecco che arrivano i dati Istat relativi alla crescita in Italia nel primo trimestre del 2014 a ribadire il concetto.

D'ora in avanti, quindi, Monti, Letta e Renzi non saranno più accomunati dal solo fatto di non essere passati dalle elezioni prima di diventare Presidenti del Consiglio, ma anche da una fervida immaginazione economica in grado di trasformarsi regolarmente in gaffes mostruose. Siamo passati dalla famosa "luce in fondo al tunnel" di Monti nel 2012 ai "reali segnali di ripresa" di Letta nel 2013 per giungere infine alla nuova e delirante illusione renziana sul 2014. Insomma, ancora non ci siamo stufati di credere alle menzogne dei burattini mandati da Bruxelles?
Finchè resteremo in questo sistema dell'euro nessuna ripresa economica sarà possibile, e ciò tendenzialmente per due ragioni. Innanzi tutto perchè l'euro è lo strumento per mezzo del quale l'Unione Europea (leggi Germania) può imporci le proprie politiche di austerity e, in secondo luogo, perchè l'euro ha reso molto meno competitive le nostre esportazioni (qui abbiamo spiegato come funziona). Mentre le politiche di austerity, fatte di tagli e tasse, non fanno altro che annichilire la domanda interna dei Paesi, mettendone in ginocchio il tessuto produttivo, l'euro non permette a queste aziende, sempre più schiacciate dai debiti e dalle tasse, neppure di trovare sbocco sul mercato estero. Ecco perchè non dobbiamo stupirci se anche in questo primo trimestre del 2014 in Italia hanno chiuso i battenti ben 3811 aziende (+4,6% rispetto al primo trimestre del 2013: qui la fonte) e la situazione non accenna a migliorare.

Dovremmo smetterla, una volta per tutte, di credere ciecamente ai governi di nominati che si avvicendano alla guida del nostro Paese e che, tra una promessa e l'altra, ci stanno traghettando verso la Grecia. Alle prossime elezioni europee del 25 maggio avremo finalmente la grande possibilità di manifestare, tramite il voto, il nostro netto dissenso verso questo sistema eurocratico dominato dalla finanza e verso i suoi servi fedeli. Se saremo tanti non potranno più ignorarci, e potremo legittimamente pretendere nuove elezioni politiche. E' la nostra ultima occasione di farci sentire, in modo democratico, prima del 2018, scadenza apposta da Renzi al suo stesso mandato. Non ce ne saranno altre.
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