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martedì 15 luglio 2014

Ecco chi guiderà l'Unione Europea per i prossimi 5 anni

Oggi il Parlamento Europeo ha ratificato, con 422 voti a favore e 250 contrari, quanto deciso nel corso dell'ultimo Consiglio europeo dello scorso 28 giugno: il nuovo presidente della Commissione Europea sarà Jean-Claude Juncker. Si tratta di una decisione di grande importanza e impatto sulle prossime politiche di Bruxelles, dato che la Commissione Europea è l'organo esecutivo dell'Unione Europea, oltre ad essere l'unica istituzione comunitaria cui spetta il potere di iniziativa legislativa.

Nel discorso pronunciato stamane ai parlamentari europei Juncker si è definito "il presidente del dialogo sociale" e ha presentato alcuni aspetti del suo programma per i prossimi 5 anni, tra cui il lancio di un programma di investimenti pubblici e privati da 300 miliardi di euro in 3 anni, la lotta contro il dumping sociale (la delocalizzazione delle imprese in aree in cui il costo del lavoro è inferiore o dove il diritto del lavoro è meno stringente) e il rafforzamento del mercato unico (soprattutto in campo digitale). Tuttavia anche il suo predecessore alla presidenza della Commissione, Josè Manuel Barroso, nel 2009 si era presentato al Parlamento Europeo concentrando l'attenzione sulla necessità di un mercato sociale in risposta alla crisi economica e impegnandosi "a combattere il dumping sociale". Addirittura, per quanto riguarda il bilancio UE, era arrivato a promettere di "portare avanti un approccio basato sulla solidarietà", ma è evidente che di tutte queste promesse si è concretizzato ben poco. A ciò si aggiunga che Juncker, oltre ad una loro puntuale elencazione, non ha dato alcun dettaglio sui suoi punti programmatici, rimandando anzi a febbraio 2015 l'elaborazione di un programma per la crescita e l'occupazione. Per tutte queste ragioni preferiamo concentrarci sulla figura di Juncker piuttosto che sulle sue parole, per testare la sua credibilità e capire se effettivamente possiamo fidarci.

Governatore della Banca mondiale dal 1989 al 1995, Jean-Claude Juncker assunse dal 1995 la responsabilità di Governatore del Fondo Monetario Internazionale e di Governatore della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS). Inoltre, dal 1995 al 2013 è stato Primo Ministro del Lussemburgo, un paradiso fiscale, dove esercitava anche le funzioni di Ministro delle Finanze, Ministro del Lavoro e Ministro del Tesoro. Dal 2005 poi Juncker entrò in carica come primo presidente permanente dell'Eurogruppo, il centro di coordinamento che riunisce i ministri dell'Economia e delle finanze degli Stati che adottano l'euro, e mantenne tale incarico fino a gennaio del 2013. In tutti questi anni ha avuto quindi un ruolo centralissimo nella gestione della crisi e nella scelta delle politiche economiche e finanziarie dell'Unione Europea.

Insomma, si tratta di quanto di più vecchio potessimo aspettarci. Dopo elezioni europee in cui in Paesi come Francia e Inghilterra si è imposto il fronte euroscettico e in altri come l'Italia teoricamente ha vinto il "cambiamento", la risposta delle istituzioni comunitarie al crescente malcontento è Juncker, un vecchio insider, uno dei maggiori responsabili delle disgraziate decisioni che hanno portato l’Europa nella sua attuale empasse e un maestro del metodo Monnet. “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo di vedere cosa succede. Se non c’è nessuna protesta, perché la maggior parte delle persone non capisce cosa stiamo facendo, andiamo avanti passo dopo passo fino a quando siamo oltre il punto di non ritorno”, ha dichiarato tempo fa al “Der Spiegel”. Questo era il tasso di democrazia in Europa fino a ieri, e questo continuerà ad essere almeno per i prossimi 5 anni.

Ma oltre ad aver presieduto l'Eurogruppo Juncker, come detto, è stato anche governatore della Banca Mondiale, del FMI e della BERS, tre organismi finanziari internazionali che fanno della diffusione del neo-liberismo a livello globale il loro obiettivo principale. Privatizzazioni, riforme strutturali e apertura ai mercati in cambio di prestiti, questa è la loro ricetta. Vi ricorda qualcosa

Ma anche in patria il nuovo presidente della Commissione Juncker ha giocato un ruolo di prim'ordine per quasi un ventennio. Qui faceva parte del Partito Popolare Cristiano Sociale, un partito di stampo democristiano e fortemente europeista. E ci mancherebbe, se oggi il Lussemburgo è il secondo gestore al mondo di fondi di investimento, dopo gli USA, lo deve proprio agli accordi europei, che gli hanno permesso di estendere i propri clienti da poche centinaia di migliaia di residenti a 350 milioni di potenziali clienti europei. A fronte di poco più di 500.000 abitanti infatti, oggi il Lussemburgo conta ben 3841 fondi domiciliati nel suo territorio che alla fine del 2013 gestivano asset per 2,4 trilioni di euro. E lo stesso discorso vale per il suo sistema assicurativo, che pesa per 4 volte il suo PIL e di un sistema bancario che gestisce asset per circa 18 volte il suo PIL. Come si può pensare che un politico proveniente da una realtà come questa, totalmente dedita alla finanza e di cui solo il 14% del PIL è generato da industria e agricoltura, possa riavvicinare le istituzioni europee all'economia reale e proporre un' efficace regolamentazione finanziaria?

Ma non è finita, c'è un'altra curiosità che riguarda il nuovo presidente della Commissione europea. Nel 2013 infatti Juncker fu costretto a dimettersi da Primo Ministro del Lussemburgo perchè coinvolto in uno scandalo a dir poco inquietante: una Commissione parlamentare presentò un report che descriveva una vera e propria "struttura di polizia segreta", che aveva compiuto migliaia di intercettazioni illegali, organizzato missioni fuori dal suo mandato, spiato politici, acquistato automobili per uso privato con denaro pubblico e accettato soldi in cambio di favori. Insomma, è questa gente che dovrebbe salvarci dalla nostra classe politica corrotta e parassitaria? Siamo messi proprio bene. 

Chi ha votato il PD di Renzi alle ultime Europee sapeva che con questa scelta avrebbe avallato la nomina di un presidente della Commissione che rappresenta la personificazione del liberismo, degli interessi finanziari e di tutte le politiche di rigore e austerity imposte da Bruxelles negli ultimi anni? Sapeva che avrebbe votato per un candidato proposto dalla Merkel unicamente per mantenere lo status quo? Vogliamo sperare di no, ma soprattutto vogliamo sperare che se ne inizi a rendere conto prima di ripetere lo stesso errore. 

6 commenti:

  1. Al di là della presentazione di Juncker, da convinta liberale e liberista, mi permetto di rilevare una nota alquanto stonata a chiusura dell'articolo, ossia quell' 'orribile' accostamento del termine LIBERISMO a quelli di 'interesse finanziario' e 'politiche di rigore e austerity'... semmai, questi ultimi sono termini che fanno pendant con lo statalismo accentratore e oligarchico, tanto a livello nazionale, quanto europeo... se stiamo ancora all'ABC, allora si spiega tutta la bolla di confusione da cui non usciremo mai più!

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    1. Come dimostra l'articolo è lo stesso personaggio di Juncker a smentirti. Allo stesso tempo è di impostazione neo-liberista, rappresenta un Paese totalmente asservito alla finanza e negli ultimi anni è stato uno dei massimi sostenitori del rigore e dell'austerità. Se leggessi qualche altro nostro articolo forse riusciresti a mettere in dubbio il luogo comune secondo cui liberismo=privato=bello, mentre statalismo=pubblico=brutto. Non è così semplice, e soprattutto è proprio questo pregiudizio che rende impossibile qualsiasi soluzione efficace alla crisi che stiamo vivendo.

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    2. Il Nostro di sicuro non indossa gli abiti di un vero liberista, anzi, li violenta, li porta falsamente, subdolamente e infatti credo anche che un altro grande problema, in fondo, sia la cattiva e malsana interpretazione ed applicazione di determinati pensieri, ahimé ormai solo ideali, utopistici per chi non ha né i mezzi, né le qualità per realizzarli (la nostra attuale società!!)... mi permetto di suggerire la lettura approfondita di due editoriali di stampo liberale puro, guidati da menti degne di rispetto: http://thefielder.net/; http://www.lacritica.org/... e poi questo articolo: http://johnnycloaca.blogspot.it/2014/07/sovranita-monetaria-parola-in-codice.html, dove si spiega senza filtri una delle questioni più dibattute dal governo Monti ad oggi... libertà sarà sempre e solo capacità di esprimersi competitivamente, con i giusti meriti, senza diktat, senza limiti e soffocamenti e non ha alcunché in comune con rigori, austerità... se si raggiungesse tale risultato, nessuna impresa,nessun singolo giovane sarebbe messo in condizione di chiudere battente, scoraggiati, senza appunto libertà di movimento, oppressi da tasse e burocrazie statalistiche sempre più incapaci di offrire servizi adeguati ai dissanguamenti del popolo!

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    3. Abbiamo letto gli articoli che ci hai segnalato, ma probabilmente confondi liberismo con liberalismo. La prima è una corrente di pensiero di natura prettamente economica che predica il disimpegno dello Stato dall'economia, mentre la seconda è un'ideologia politica che sostiene l'esistenza di diritti fondamentali e inviolabili per ogni individuo. Noi siamo ovviamente liberali, ma non liberisti, e questo semplicemente perchè le due ideologie non sono conciliabili. La deregolamentazione del mercato del lavoro e della finanza, oltre allo smantellamento del welfare, che come saprai sono i punti cardine della teoria liberista, per forza di cose sono in contrapposizione a diritti inalienabili dell'uomo come quello all'uguaglianza sociale e al benessere. Qualche mese fa abbiamo scritto questo articolo, che magari potrebbe rendere meglio l'idea: http://visioneinsieme.blogspot.it/2014/03/liberismo-o-schiavismo.html

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    4. Dopo il passato week-end, ho avuto modo di leggere con calma e criticamente il vostro articolo segnalatomi e sono giunta alla conclusione che in fondo è chiaro, sia me da questa parte, sia Voi dall'altra, aspiriamo ad un concetto di benessere che alla fine dei giochi è comune a tutti e lontano da interessi più grandi di noi, che purtroppo sono l'unica ragione d'esistere di CHIUNQUE vada a governarci. Il nostro problema di oggi è invece, sì, questo assistere sempre più ad una manipolazione di ciascuna ideologia, fino ad originare dei conflitti basati sui pregiudizi, in seguito al cattivo uso delle stesse (da parte dei 'potenti'). A questo punto è del tutto inutile fare la guerra delle idee e delle cause perse, secondo me, quando la realtà di fatto oggi non dà più ragione allo Stato, non dà più ragione alla politica del 'lavoro io, magnano tutti', se in questa sono racchiusi i cosiddetti 'diritti inalienabili dell'uomo come quello all'uguaglianza sociale e del benessere'... insomma, lo dico con il cuore in mano ma lo Stato sociale come lo intendete Voi, non esiste più; è lo Stato che ci mangia e lo abbiamo voluto noi pecore addormentate; lo Stato non siamo più NOI ma degli scellerati, impreparati, che pensano di aver conquistato una poltrona da Re, con solo diritti e nessun dovere e quintali di burocrazia che non serve a nessuno... e magari, ci fosse instillato in questo popolo un po' di senso pubblico, di appartenenza delle cose, delle persone e delle istituzioni: non esiste più niente in questo popolo che abbandona luoghi e Storia ad incurie di ogni sorta (vedi Pompei!!!). Francamente, alla luce di ciò, io preferirei una politica italiana confederata, che dia più responsabilità e indipendenza locali, garantendo ovviamente diritti e doveri ma lontano da assistenzialismi che sono stati all'origine dei fenomeni di corruzione e delinquenza sottobanco. E benvenga la possibilità di scegliere il miglior servizio competitivo che offre risultati, che dà garanzie! Tutto ciò non vale solo per l'Italia, sia ben chiaro, ma anche per l'Europa del futuro, qualora ce la farà, perchè è giusto che non faccia solo da esattrice com'è stato fino ad ora, ma dia libertà di movimento adeguate al raggiungimento di pari benessere e ricchezza tra le nazioni impegnate nei loro altrettanto responsabili programmi di gestione... un' ultima cosa: non diamo sempre e solo alle banche le colpe dei nostri fallimenti statali, perchè è piaciuto a tutti fare il bello e il cattivo tempo nel pastone pubblico! Grazie dell'attenzione e degli stimoli attraverso questa costruttiva conversazione e buon futuro a Voi e ai Vostri figli!

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  2. Juncker rappresenta solo gli interessi bancari-finanziari in Europa e proviene da un paradiso fiscale. Detto questo detto tutto

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