Dopo il 40,8% ottenuto alle scorse elezioni europee il governo Renzi mette a segno un nuovo record. Questa volta però c'è poco da andarne fieri dato che rigurda la pressione fiscale effettiva italiana, divenuta ormai la più elevata al mondo. Ad affermarlo è la Confcommercio nel suo ultimo rapporto dal titolo "Fiscalità e crescita economica".


E mentre le tasse aumentano, il PIL continua a diminuire. Del -0,1% nel primo trimestre di quest'anno (dati Istat di cui vi parlammo già in questo articolo), e non c'è alcun motivo di credere che le cose possano andar meglio d'ora in poi. All'interno del Def il governo aveva previsto una crescita del +0,8% per il 2014, ma tutti i massimi organismi nazionali e internazionali, dall'Istat all'Ocse passando per il Fondo Monetario Internazionale, negli ultimi mesi hanno già provveduto a tagliare al ribasso questa stima. E non è da meno la Confcommercio, che in questo suo ultimo rapporto prevede una crescita del Pil per il 2014 pari al +0,3%.
Sapete cosa vogliono dire tutti questi numeri? In due parole: manovra correttiva. Una crescita prossima allo 0 infatti renderebbe impossibile per il governo chiudere il 2014 con un deficit che non superi il 2,6%, e se si tiene conto che il Consiglio Europeo ha recentemente raccomandato all'Italia di procedere verso l'obiettivo del pareggio di bilancio già nel 2014, per poi raggiungerlo nel 2015 (invece che nel 2016, come richiesto dal nostro governo), tale manovra appare davvero inevitabile. Il suo ammontare esatto è ancora difficile da prevedere, probabilmente si aggirerà sui 20 miliardi di euro, ma quel che è certo è che mentre il governo continua a negare, c'è una sonora stangata ad attenderci.
Prepariamoci ad un autunno "lacrime e sangue" e ad un 2015 ancora peggiore, alla faccia del "cambiamento" e di chi l'ha votato.
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